domenica 21 aprile 2024

I FALSI POSTULATI DELLA GUERRA IN UCRAINA

Quando si considera la guerra in Ucraina, la maggior parte degli analisti parte, a quanto pare, da postulati errati – deliberatamente o per ignoranza – instillati dagli Stati Uniti, NATO, ed ovviamente dall’Ucraina. È necessario ed utile, al fine di ristabilire una verità non tanto “di parte” quanto basata su semplici analisi oggettive, evidenziare quali sono i postulati e le credenze ormai accettati come verità assolute ma che sono di fatto all’origine di una visione che si afferma sempre più falsa e distorta circa le origini e le realtà di questo conflitto e del suo probabile esito.
Non si tratta, è necessario ripeterlo ancora una volta, di difendere le posizioni della Russia, ma di ricordare alcuni fatti e far conoscere le falsità della narrazione sviluppata da USA/NATO per giustificare i meriti di questa guerra, tanto orribile quanto inutile, e della grande disinformazione di cui siamo vittime in Europa, e in particolare in Italia, da ormai oltre due anni.

Quattro postulati (volutamente) errati
1. La Russia voleva invadere l’Ucraina.

Oggi sappiamo che i corpi combattenti russi che si sono ammassati al confine dell’Ucraina all'inizio del 2022 contavano tra 120.000 e 150.000 uomini a seconda delle fonti e che la prima ondata d'assalto comprendeva circa 60.000 uomini. Il semplice buon senso (ed una valutazione comunque possibile anche da parte di chi non si intende di strategie militari) avrebbe dovuto portare gli analisti seri ad avere l’obbiettività per riconoscere che si trattava a tutti gli effetti di una “operazione militare speciale” e di non allinearsi alla propaganda diffusa da Kiev, Londra, Washington e Varsavia, che si sforzava e si sforza tutt’oggi di far credere alla gente che un’invasione russa minaccia tutta l’Europa occidentale. Le truppe russe impegnate erano chiaramente destinate ad una azione limitata, quindi palesemente insufficienti per un’operazione su larga scala contro uno Stato di 603.000 km² e 43 milioni di abitanti. Ricordiamo per dovere di cronaca che durante l’invasione dell’Iraq – 438.000 km², 27 milioni di abitanti e forze armate non sostenute dalla popolazione – nel 2003 gli americani hanno messo in campo un esercito di 150.000 uomini assistiti da 45.000 britannici e 70.000 Curdi . Questo primo postulato non resiste quindi ad un'analisi militare elementare.

2. La Russia aveva un potente esercito che avrebbe dovuto spazzare via gli ucraini in poche settimane. Ciò non è avvenuto, il che rivela la sua mediocrità e quella dei suoi capi.

Le forze russe che hanno attaccato l’Ucraina lo hanno fatto con un rapporto di forze estremamente sfavorevole, di 1 a 3. Non potevano quindi sopraffare o schiacciare l'esercito Ucraino, molto superiore numericamente. Il loro obiettivo era paralizzarlo e costringere Kiev a negoziare.
Si dimentica inoltre ciò che molti esperti militari avevano già osservato durante la Guerra Fredda e fino all’inizio degli anni 2000: le forze sovietiche (nonostante la loro importanza), erano principalmente forze preparate per la difesa e non per operazioni esterne, a differenza delle forze occidentali. Sappiamo quindi da molto tempo che la logistica non è il loro punto di forza. Ciò è stato confermato dalle osservazioni di numerosi ufficiali che hanno visitato la Russia dopo la dissoluzione dell’URSS, ed appunto dai risultati delle prime settimane dell’“Operazione Militare speciale".
Questi difetti non hanno trovato soluzioni dopo la caduta del muro di Berlino, con l'esercito russo che ha subito gravi tagli, sia in termini di budget che di qualità/preparazione e numero di unità delle risorse umane. Abbiamo dovuto attendere l'inizio degli anni 2000 per osservare l'inizio di un recupero. Tuttavia, l’esercito russo di oggi non è l’Armata Rossa di ieri, benché ne sia l'erede.
Inoltre, non è sbagliato pensare che questa sopravvalutazione della forza russa, ampiamente riportata e sottolineata dai media occidentali, aveva il solo scopo di glorificare la resistenza ucraina e umiliare Mosca, con il possibile obiettivo di provocare una ribellione contro Putin e il suo staff.

3. Le forze russe volevano prendere Kiev, ma hanno fallito.

Un'altra sciocchezza. Solo una frazione delle forze della operazione militare speciale sono state impegnate nell'offensiva contro la capitale ucraina, non con l'obiettivo di conquistarla, ma di tenere occupate le forze di Kiev (manovra operativa). È del tutto delirante credere che i russi progettassero di conquistare un insediamento di 12.300 km², nel cuore di un’area urbana di 28.900 km², che riunisce complessivamente 4,6 milioni di anime , e ancora una volte di fronte a forze superiori in numero e installate su un territorio che conoscevamo perfettamente. Coloro che conoscono le difficoltà estreme della guerra urbana non hano mai smesso di denunciare questa affermazione da parte degli ucraini e dei loro mentori occidentali come totalmente fantasiosa.
Per un confronto, va ricordato che per la sua operazione di pulizia della Striscia di Gaza (360 km², 2,6 milioni di abitanti), l’esercito israeliano si è impegnato con più di 180.000 uomini, ed ha il controllo totale del cielo e l'assistenza americana e britannica nella raccolta di informazioni e nella fornitura di munizioni. Tuttavia, quattro mesi dopo l’inizio dell’offensiva, l’IDF non è ancora riuscita a farcela ad assumere il controllo totale nonostante i combattenti di Hamas (circa 20.000 uomini) non siano avversari paragonabili all’esercito ucraino addestrato dalla NATO.

4. L’eroica resistenza delle forze ucraine ha sorpreso sia il mondo che la Russia e mostra la forza e la determinazione di questa nazione.

Questa affermazione appare come una deliberata sottovalutazione dell'esercito ucraino al fine di raggiungere l'obiettivo psicologico di cui al punto 2 precedentemente esposto. Ancora una volta, torniamo ai numeri. All’inizio del 2022 le forze armate ucraine contavano 250.000 uomini, ed erano il secondo esercito per dimensioni dell'Europa orientale dopo l'esercito russo. A loro si sono aggiunte anche le guardie di frontiera (53.000 uomini), la nuova Guardia Nazionale dell’Ucraina (60.000 uomini) e i vari servizi di sicurezza interni. Queste forze avevano beneficiato a partire dal 2014 di un importante aiuto da parte dei governi di diversi paesi della NATO (Stati Uniti, Regno Unito, Canada), in termini di formazione e forniture di armi. Avevano ricevuto anche molte informazioni sulla Russia che questi paesi avevano . Erano quindi forze professionali, ben equipaggiate, ed avevano, almeno in buona parte, esperienza di combattimento avendo partecipato dal 2014 ad operazioni militari contro le regioni autonome del Donbass. Niente a che vedere quindi con quello che viene presentato come il “piccolo esercito” ucraino che la NATO e i media ci hanno venduto.
A ciò si aggiunge che l'esercito ucraino aveva stabilito, principalmente attorno al Donbass, posizioni difensive/fortificate molto forti, che ha combattuto su un terreno che conosceva bene, che era tre volte più numeroso delle forze d'attacco russe, e che benché queste ultime avessero preso l'iniziativa, la loro offensiva era ampiamente conosciuta ed attesa dagli ucraini.
Questi primi quattro postulati – la cui rapida analisi ci permette di verificare che non resistono ai fatti – costituiscono quindi malafede, se non deliberata disinformazione, per distorcere la percezione del conflitto e screditare l’avversario russo (di fatto, una ottima manovra di guerra mediatico-informativa).
Oltre a queste false affermazioni vale la pena esaminare anche altre fatti che, se non distorti dalla narrazione NATO-Ucraina, sono stati passati sotto silenzio, perché aiutano anche a gettare nuova luce sulla realtà di questo conflitto.

La necessaria rilettura dei primi mesi del conflitto

a. Dal 2014 gli americani hanno continuato a sostenere l’Ucraina e a spingerla a riconquistare il Donbass e la Crimea – che sono terre russofone e russofile – incoraggiando ed armando il suo nazionalismo, spingendo così i russi ad una per loro indispensabile soluzione militare. Sia Washington che Kiev, tuttavia, conoscevano i molteplici avvertimenti lanciati da Vladimir Putin a partire dal 2007 e le sue reazioni all’avanzata aggressiva della NATO ai margini della Russia (Georgia 2008, Ucraina 2014). Americani e ucraini non dubitavano che i russi non sarebbero rimasti senza reagire – anche se forse speravano il contrario… – e che bisognava quindi farli cadere in una trappola: metterli nella posizione di aggressori e di violazione del diritto internazionale. Non si sono quindi fermati, dalla metà dell’anno 2021, nella propaganda continua verso l’opinione internazionale circa la minaccia russa ed il rischio di guerra (che stavano provocando) non appena hanno notato che Mosca stava ammassando le sue truppe al confine ucraino ed era impegnata in esercitazioni militari.
È alla fine possibile ritenere che i due avversari abbiano “bluffato”: gli americani e ucraini pensavano che i russi non avrebbero reagito, e Mosca senza dubbio credenva che ammassare le sue forze al confine avrebbe portato Washington e Kiev a rinunciare. Ma nessuna di queste due manovre ha funzionato, ed anzi hanno portato irrimediabilmente alla guerra.

b. Ucraini e americani sapevano perfettamente che lanciando l'operazione di riconquista del Donbass il 17 febbraio 2022, Mosca sarebbe intervenuta a sostegno delle popolazioni russofone minacciate. Il loro obiettivo era quindi quello di spingere l'esercito russo contro le numerose fortificazioni erette negli ultimi 7 anni nel sud-est del paese e i loro numerosi mezzi anticarro, per infliggergli una sconfitta. Ma i russi non sono caduti in questa trappola.

c. È inimmaginabile che Washington e Kiev abbiano deciso questa provocazione contro la Russia senza che l’esercito ucraino fosse pronto a resistere e avesse adottato misure difensive forti. Ancora una volta, la – legittima – resistenza ucraina non è sorprendente e quindi paradossalmente si è rivelata meno efficiente del previsto, dato che i russi sono stati in grado di sistemare parte delle forze attorno a Kiev e di occupare molto rapidamente più del 30% del territorio.

d. Il ritiro delle forze russe dalla regione di Kiev alla fine di marzo 2022 non è collegato a un fallimento militare – anche se lì incontrarono una feroce resistenza che aveva limitato la loro avanzata – ma ad una concessione di Mosca nel quadro dei negoziati di Istanbul (5), come ha confermato Putin durante la sua intervista con Tucker Carlson. Alcuni continuano a negare questo fatto, ma senza alcuna argomentazione, dato che le forze russe si sono ritirate in buon ordine… prima che gli ucraini, sotto l’influenza di Boris Johnson, decidessero di porre fine a trattative che stavano per avere successo!

e. Tutto ciò non vuol dire che i russi non abbiano commesso errori. C'erano senza dubbio scarse stime iniziali delle avversità, a causa delle rivalità interna tra servizi di intelligence. In un recente articolo , Andreï Kozovoı, professore presso l’Università di Lille, menziona il fatto che solo tre persone, oltre a Putin, addirittura, sarebbero state a conoscenza del piano di invasione deciso durante il Consiglio di Sicurezza del 21 febbraio: il ministro della Difesa, Sergeı Choıgu, il segretario del Consiglio, Nikolaı Patrushev, e il direttore dell'FSB, Alexander Bortnikov. Gli altri membri di questo corpo – tra cui Sergeï Lavrov, ministro degli Affari esteri, Mikhaıl Michoustin, primo ministro e Sergeı Narychkine, leader della SVR – sarebbero stati favorevoli alla prosecuzione del processo diplomatico. Inoltre, Andreï Kozovoı ricorda giustamente che dal ritorno di Putin alla presidenza nel 2022, l’FSB non ha smesso di guadagnare influenza sugli altri servizi di intelligence, l’SVR ma anche il GRU (Direttorato dell’intelligence militare). L’SVR si era screditato agli occhi di Putin in seguito all’arresto, nel 2010 Stati Uniti, di una decina di clandestini secondo l'FBI; il GRU a causa del fiasco del l’avvelenamento di Skripal, a Londra, nel 2018. L’FSB si sarebbe di fatto trovato in posizione di forza nello sviluppo del processo decisionale, facendone pesare tutta la sua posizione a favore dell’intervento militare in Ucraina. La decisione di lanciare un’operazione militare speciale è stata sicuramente presa in considerazione di lunga data, ma non pianificato così dettagliatamente come avrebbe dovuto essere – così sembra essere stato fatto è stato preso con urgenza. Una volta attivato, come tutti i soldati sanno, a il piano operativo non resiste mai a più di tre giorni di guerra e le forze russe lo sono state hanno dovuto affrontare avversità maggiori del previsto, il che è costato loro caro.

5. Il quinto (nuovo) falso postulato: esiste il rischio reale di guerra con la Russia entro 5-8 anni e l'Occidente deve prepararsi per questo.

Dalla fine del 2023, a causa del fallimento della controffensiva ucraina e delle difficoltà nella fornitura di armi, una nuova narrazione viene elaborata dalla NATO: il rischio di guerra con la Russia entro 5-8 anni. Si susseguono così le dichiarazioni allarmistiche dei principali leader politici e personale militare dei paesi della NATO, in una campagna abilmente orchestrata.
- Nel dicembre 2023 i principali collaboratori del presidente Joe Biden al Congresso dichiarano che se i parlamentari non voteranno rapidamente per gli aiuti militari oltre all'Ucraina, la Russia potrebbe vincere la guerra in pochi mesi, o addirittura in poche settimane. Ma i repubblicani continuano a opporsi a una nuova rata di 61 miliardi di dollari in aiuti a Kiev.
- Il 7 gennaio 2024, durante il loro seminario annuale sulla difesa, i membri del governo e gli alti funzionari militari della Svezia affermano che il paese deve prepararsi ad una guerra con la Russia.
- Il 16 gennaio 2024 il quotidiano tedesco Bild pubblica un documento “confidenziale” dello stato maggiore tedesco che mostra che lo stesso sta seriamente considerando un attacco russo e descrive come si prepara ad affrontarlo.
- Il 21 gennaio 2024, l'ammiraglio olandese Rob Bauer, presidente del comitato militare della NATO, afferma che l'Alleanza non esclude la guerra con la Russia: “Ci stiamo preparando per il conflitto”, annuncia.
- Sempre il 21 gennaio il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius mette in guardia contro il rischio di guerra in un'intervista trasmessa dal canale televisivo ZDF, affermando che “anche se per il momento un attacco russo non sembra probabile, i nostri esperti si aspettano tra cinque-otto anni un periodo durante il quale ciò potrebbe accadere".
- Il 24 gennaio, il generale Sir Patrick Sanders, capo dell'esercito britannico, afferma, in una intervista al Guardian, che la società britannica deve prepararsi alla possibilità di una guerra.
- Il 5 febbraio, in un'intervista pubblicata sul tabloid Super Express, il Ministro della difesa polacco, Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, afferma di non poter escludere la guerra imminente con la Russia.
- Il 9 febbraio, il ministro della Difesa danese, Troels Lund Poulsen, dichiara in un'intervista al quotidiano Jyllands-Posten, che la Russia potrebbe passare rapidamente all’offensiva e che la Danimarca deve essere pronta per questo scenario.

Tutti dichiarano che di fronte ad una simile minaccia i bilanci della difesa e gli acquisti di forniture militari devono essere aumentati senza indugio . Ovviamente, pochissimi si pongono domande su chi trae vantaggio da questa manovra politico-mediatica .
Tuttavia, a prescindere dal fatto che Vladimir Putin sia stato molto chiaro su questo punto durante la conferenza dalla sua intervista con Tucker Carlson , la realtà demografica e militare mostra che questa ipotesi è del tutto irrealistica e costituisce, ancora una volta, propaganda che ha l'obiettivo di mantenere a tutti i costi la coesione della NATO, che comincia a incrinarsi, e soprattutto per spaventare l'opinione pubblica che vede chiaramente quale sarà l'esito della guerra e le deplorevoli conseguenze economiche che essa ha provocato.

Popolazione

Russia 145 milioni di abitanti
Unione Europea 449 milioni (3 volte la Russia)
Europa con Regno Unito e Norvegia 521 milioni (3,5 volte la Russia)
Stati Uniti 333 milioni (2,2 volte la Russia)
NATO 956 milioni (6,6 volte la Russia)

Bilancio della difesa

Russia 86,4 miliardi di dollari
Stati Uniti 877 miliardi (10 volte la Russia)
Francia + Germania + Regno Unito 53,6 + 55,8 + 68,5 = 177,9 miliardi (cioè due volte la Russia)
NATO 1.200 miliardi di euro (14 volte Russia)

Personale militare

Russia 1.150.000 uomini
Ucraina 650.000 uomini
Paesi dell’Europa orientale embri della NATO 1.200.000 uomini (l'equivalente della Russia)
Stati Uniti 1.390.000 uomini
Unione Europea 1.800.000 uomini (1,5 volte la Russia)
NATO 3.370.000 uomini (3 volte la Russia)

Le cifre e i fatti sono quindi chiari e parlano da soli. E il divario tra realtà sul campo ed il racconto/propaganda degli occidentali e degli ucraini continua a crescere. Siamo quindi in pieno delirio politico e abbiamo il diritto di chiederci se quelli che governano – come coloro che commentano questo conflitto – sono stupidi, incompetenti, comprati o irrimediabilmente conquistati dall’ideologia neoconservatrice americana, perché difendono di fatto gli interessi di Washington più di quelli del proprio Paese!

Ma soprattutto, ed alla fine, difendono gli interessi di chi produce e vende armamenti (ed ha tutti gli interessi che questa guerra continui) e quindi sostiene e fa sostenere (politicamente ed economicamente) chi questa guerra l’ha scatenata, la fomenta e la dirige. Fino al 2022, a spese delle vite delle popolazioni russe del Donbass, fino ad oggi a spese delle vite anche della popolazione ucraina, e dell’economia della popolazione Europea.americana, perché difendono di fatto gli interessi di Washington più di quelli del proprio Paese!
La questione resta aperta…

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